Sartoria e laboratorio materiale di riciclo

Il Progetto di sartoria ha l’obiettivo di insegnare ai detenuti/e le principali nozioni di base per il confezionamento di abbigliamento e non; questo permetterà loro di spendere le conoscenze acquisite per il re-inserimento nel mondo lavorativo una volta terminata la detenzione.

Questo progetto è nato tre anni or sono nella casa circondariale di Como con dei volontari e con frequenza di una volta a settimana; le principali attività svolte durante questo progetto iniziale erano quelle legate al confezionamento di abbigliamento (soprattutto per bambini) e riciclo di ogni genere dagli avanzi di stoffe e pelli che i fornitori ci donavano, fino ad arrivare alle confezioni di caffè da bar utilizzato per la realizzazione di shopper per la spesa, borse e gadget vari; la realizzazione di questo progetto è frutto di una rete di collaborazione tra la cooperativa sociale “Impronte di libertà” e l’associazione AED .

Oggi il progetto si svolge con una frequenza di sei giorni alla settimana sia nella sezione femminile che in quella maschile, impiegando dei volontari appartenenti ad AED e alla cooperativa “Impronte di libertà” che si alternano.

Da novembre le detenute ed i detenuti hanno ottenuto il permesso di poter lavorare all’interno della sartoria anche in assenza dei volontari al fine di produrre dei lavori commissionati da aziende esterne; grazie a questo il detenuto, oltre ad entrare a far parte del ciclo produttivo, percepisce un compenso che rende la vita dello stesso all’interno del carcere più dignitosa.

In tutto questo non dimentichiamo che nelle varie occasioni di contatto portiamo oltre alle nostre conoscenze lavorative anche la nostra esperienza di vita vissuta con conoscenza di Cristo e della Sua Parola cogliendo le occasioni per poter parlare di Lui. Questo ha permesso di instaurare un buon rapporto di confidenza che spesso continua anche dopo la fine della detenzione.

In occasione del Natale ci è stata concessa la possibilità di confezionare, insieme ai detenuti, dei gadget che abbiamo distribuito al personale che opera all’interno dell’istituto penitenziario insieme a calendari e nuovi testamenti offerti dall’associazione AED.

Orto biologico

Il progetto “Orto Biologico” ha come obiettivo quello di insegnare al detenuto i concetti primari dell’agricoltura, delle varie tecniche della semina, i periodi appropriati di ogni fase di coltivazione, le profondità di semina per ogni seme o la giusta profondità di trapianto di ogni pianta, le distanze da mantenere tra una pianta e l’altra, ecc..

Inoltre vengo insegnate le operazioni di mantenimento delle piante quali zappettature, scerbature e rincalzi per ottenere una migliore crescita e per una buona fruttificazione.  

La modalità di orto praticata é quella denominata “in cassetta”, poiché viene praticata la coltura in cassette di plastica rivestite di telo per la pacciamatura e si adatta a quei luoghi che non dispongono di un terreno coltivabile.

Le cassette sono poi suddivise in settori  per facilitare le attività giornaliere in scaletta durante lo svolgimento del corso. Le  principali colture coltivate durante il progetto sono: pomodori, fagiolini, varie tipologie di insalata, cetrioli, sedano, prezzemolo, ecc. Le semine vengono fatte secondo il periodo corrente della stagione, ad esempio nel periodo autunnale sono state seminate le semenze di aglio, cipolle, piselli e fave. Il raccolto viene interamente devoluto ai detenuti che partecipano al progetto.

L’orto viene definito “biologico” in quanto non vengono utilizzati concimi chimici ma solo prodotti naturali, anche per la disinfestazione e la distruzione di afidi e parassiti.

Il progetto  viene svolto due volte a settimana durante l’ora d’aria con i nostri volontari e durante le giornate vacanti sono i detenuti iscritti possono sfruttare l’ora d’aria quotidiana per curare l’orto.

Nel tempo si crea un rapporto di confidenza tra volontari e detenuti che permette un dialogo aperto su argomenti non strettamente legati al corso e questo allevia la permanenza del detenuto all’interno della struttura durante il periodo detentivo.

Il progetto “Orto Biologico” è attualmente in essere nella casa circondariale di Monza e partecipano quattordici detenuti, con due volontari “docenti”.

Corrispondenza

La nostra associazione si occupa anche di tenere la corrispondenza con i detenuti che desiderano comunicare con qualcuno esterno alle mure carcerarie.  Pur rimanendo fisicamente lontani, questo é un modo per condividere momenti insieme, per coltivare l’amicizia, per consentire ai detenuti di sentirsi un po’ meno soli, per dare possibilità almeno al pensiero di essere libero. 

Questa attività é molto sentita oltre che molto diffusa, in quanto spesso chi vive in carcere è mancante di molte cose, a volte anche dell’ essenziale, ma ha tempo in abbondanza…

Quello che ci poniamo come obiettivo è di sostituire un po’ di quel tempo così abbondante con quel qualcosa di essenziale che spesso manca: amore, ascolto, comprensione, condivisione di idee e sentimenti.